Un anno di pandemia: le Tecnologie Sanitarie di Estar a supporto del Servizio sanitario toscano

Data:
28 Aprile 2021

Risale al 20 febbraio 2020 la prima diagnosi di Covid19 in Italia. 15 giorni dopo, anche nei nostri ospedali, è iniziata una lotta senza sosta. E fin da subito, tutto Estar si è messo a servizio dell’intero Sistema sanitario toscano.

In particolare, per la Newsletter di aprile, insieme al Direttore delle Tecnologie Sanitarie, abbiamo passato in rassegna quanto fatto e quanto continua a fare il suo dipartimento, dall’inizio del 2020 ad oggi, per supportare il SSR nel far fronte alla pandemia.

Con l’inizio della pandemia, il primo grande scoglio è stato quello di allestire 280 posti letto di rianimazione e di conseguenza di acquisire altrettanti ventilatori polmonari, con una situazione di mercato complicata a causa dell’esplosione contemporanea della pandemia anche nel resto dell’Europa e del mondo. Da subito furono moltissime le proposte formulate da operatori economici di prodotti potenzialmente utili, ma che dovevano essere valutate in tempo reale. Per far fronte alla notevole richiesta di valutazioni tecniche e di procedure, è stato costituito un nucleo tecnico di 2 ingegneri in presenza presso la Direzione, che recepiva le richieste e fungeva da raccordo con il Dipartimento Acquisizione Beni e Servizi per la pubblicazione degli avvisi.

Dal 20 marzo 2020 in poi dalla Protezione Civile e da altri canali (donazioni e acquisti diretti della AUSL TC) iniziavano ad arrivare le prime attrezzature, per cui si è posta la questione di come ripartirle tra le Aziende in base al bisogno. In poche ore la Direzione e il dipartimento TS di Estar, in collegamento con il nucleo Regionale, ha creato un percorso che prevedeva:

  • La consegna alla Cross di Pistoia di tutte le attrezzature, sia di quelle assegnate dalla Protezione civile, sia di quelle acquistate da Estar o dalla AUSL TC o donate;
  • Il collaudo delle attrezzature e la distribuzione quotidiana tramite la Cross nelle sedi che venivano indicate dal nucleo tecnico regionale.

Per questo è stato costituito presso la Cross un nucleo fisso di 3 tecnici Estar, al quale associare di volta in volta tecnici di altre sedi per assemblare le attrezzature, collaudarle e predisporne la consegna. Con questo sistema si è fatto fronte in maniera elastica ed efficiente all’evoluzione della pandemia, consegnando le attrezzature, dove ce n’era bisogno, giorno per giorno, fino al mese di maggio 2020, quando il numero dei ricoveri è cominciato a scendere significativamente.

Nel mese di maggio, con il D.L. 34 e la successiva DGRT 741 del 15/6 si è cominciato a valutare le necessità per allestire i posti letto da Terapia Intensiva e sub-intensiva contemplati nel piano regionale. Il piano prevedeva un passaggio dalla situazione ante pandemia di 343 posti letto di Terapia intensiva a 536 posti letto di TI oltre a 130 posti letto di sub-intensiva immediatamente riconvertibili in intensiva. In concreto occorreva prevedere le dotazioni tecnologiche per 666 PL di intensiva.

A fine ottobre praticamente tutte le attrezzature disponibili erano state ricollocate nelle AASS. Dalla metà di ottobre però i casi di Covid cominciano rapidamente a crescere: si tratta della seconda ondata. Ogni giorno Estar veniva convocato alla riunione del tavolo di Coordinamento regionale delle risposte della rete ospedaliera per l’emergenza. Questa convocazione verrà sancita con il Decreto n.4285 del 15/3/21 del Direttore DIREZIONE SANITA’, WELFARE E COESIONE SOCIALE della Regione Toscana.

Il 17 ottobre la Regione in una riunione chiede di dotare le USCA di strumentazione; successivamente, sempre la Regione valuta che i posti letto ordinari dedicati al Covid avrebbero potuto essere insufficienti pertanto avvia un progetto per realizzare nel più breve tempo possibile delle strutture per ricoverare questi pazienti: vengono individuati i primi siti che sono l’ex Creaf a Prato e il vecchio ospedale di Lucca Campo di Marte.

Dalla seconda metà di dicembre fino alla seconda metà di febbraio 2021 la pressione sugli ospedali è diminuita. In questa fase il Dipartimento TS è però stato impegnato a reperire congelatori a -80°C per avviare la campagna vaccinale.

Dalla metà di febbraio si assiste ad un incremento dei casi e all’aumento conseguente della pressione sui reparti ospedalieri. Siamo alla terza ondata. Anche in questo periodo si verificano criticità per la carenza di ventilatori polmonari non invasivi, non particolarmente richiesti nella prima e nella seconda ondata. In questa fase evidentemente qualcosa è cambiato: l’età dei ricoverati si è abbassata e molti dei pazienti necessitano di ventilazione non invasiva.

“In sintesi – afferma l’Ing. Marco Niccolai, Direttore Dipartimento TS –“Alla fine di ottobre gli apparecchi complessivamente collaudati e distribuiti sono stati 5.203. Ecco cosa abbiamo imparato da questa esperienza: occorre prepararsi ad eventi come questo e avere una scorta di attrezzature. E soprattutto è fondamentale fare squadra, dentro l’ente e dentro il sistema”.

 

Ultimo aggiornamento

28 Aprile 2021, 10:35

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